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giovedì 30 maggio 2013

ARTISTI CONTEMPORANEI: FRANCESCA WOODMAN






Siamo nel 1977.
Giuseppe Casetti è il proprietario di una libreria.
Ad un certo punto si spalanca la porta ed entra una ragazza, una giovanissima donna.
Si avvicina al bancone e ci appoggia, sbattendola, una scatola.
“Sono Francesca Woodman una fotografa”.


Francesca Woodman nasce a Denver, 3 aprile 1958. Figlia di artisti – padre pittore, madre ceramista – interessata alla fotografia sin da quando aveva tredici anni, si trova a Roma per seguire i corsi della Rhode Island School of Design. Non è il suo primo viaggio in Italia, dato che da piccola ha vissuto un anno a Firenze e soggiornato varie estati nella vicina Antella.


Quel giorno, Francesca Woodman diventerà una  delle figure più emblematiche dell’arte degli ultimi trent’anni, benché il suo percorso creativo si sia interrotto sul nascere.
Dopo l’Italia infatti, e il diploma al RISD, la giovane fotografa si trasferisce nel gennaio del 1981 a New York, a 22 anni, meno di quattro anni dopo l’incontro con Casetti e pochi giorni dopo l’uscita del suo unico libro d’artista, Some Disordered Interior Geometries, si lancia dal tetto del palazzo in cui abita.

« Ho dei parametri e la mia vita a questo punto è paragonabile ai sedimenti di una vecchia tazza da caffè e vorrei piuttosto morire giovane, preservando ciò che è stato fatto, anziché cancellare confusamente tutte queste cose delicate »
Cinque anni dopo viene organizzata la sua prima mostra postuma, e presto la critica femminista del tempo si appropria della figura della giovanissima e geniale artista suicida – come feticcio ideale per un discorso critico incentrato sull’esposizione del corpo femminile nudo utile a decostruire lo sguardo maschile.
 

Francesca non tornerà mai più in Italia: anche la libreria Maldoror scomparirà, ma il suo amico “Cristiano” Casetti, conserverà tutte le lettere e le fotografie di cui era venuto in possesso, prestandole di volta in volta a musei e mostre e facendole visionare a studiosi e critici d’arte contemporanea. Il suo infatti rimane, dato il valore storico, un catalogo tuttora imprescindibile per chi voglia avvicinarsi al lavoro di Francesca Woodman, e, attuando una necessaria opera di lettura e selezione dei testi, costruire a partire dalle parole dell’artista le basi di un futuro discorso critico.
Ai nostri giorni, la Woodman è considerata tra le fotografe più particolari ed emblematiche degli ultimi trent’anni, anche se la sua carriera artistica così come la sua vita fu decisamente breve.
Segnata da un animo sensibile, fin da subito con i suoi scatti cerca di trasmettere qualcosa allo spettatore. Non vuole spiegare, non vuole dimostrare, né scandalizzare con i suoi nudi artistici. Invece, negli anni che seguirono la sua morte, il movimento femminista si appropria di
questi suoi nudi e dell’immagine di Francesca per il proprio movimento politico rivendicando la figura della donna e la strumentalizzazione del suo corpo in una società prettamente maschilista.

Il corpo acquista una fortissima importanza, anche se frantumato, anche se spezzato o coperto, emerge nella foto come rappresentante delle paure e dei pensieri che affliggevano la Woodman.


Per gli amanti del genere o per chi ne vuole sapere di più vi segnalo:

Corpi in azione / Corpi in visione
Milano - dal 18 aprile al 15 giugno 2013

MUSEO PECCI
RIPA DI PORTA TICINESE 113

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